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AVEVO FAME E MI AVETE DATO DA MANGIARE
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FOTOGRAFIA EUROPEA REGGIO EMILIA . CIRCUITO OFF 2016.
La mensa del Vescovo nasce negli anni cinquanta per volere del Vescovo Beniamino Socche. Alcune vicissitudini la fecero chiudere per poi riaprire nel 1965. Da allora svolge la sua opera d’assistenza, con l’impegno in primis delle signore di casa Visconti. Oggi con Maria Chiara Visconti Gramoli, presidente della Mensa dal 2004.
Questo luogo di confine a pochi passi da Via Emilia San Pietro –nel cuore storico e pulsante della cittadina reggiana in via Stradone del Vescovado al n. 2 - funge ancora oggi da ristoro, quasi a continuare in chiave moderna, la funzione di accoglienza del pellegrino (qualsiasi sia il suo pellegrinare) mantenendo salda l’origine della nascita di Via Emilia, quindi non solo un tracciato stradale, ma una struttura generativa proprio per la particolarità con cui i Romani l’hanno pensata e costruita: “Insieme di tracciato viario, opera di colonizzazione, struttura difensiva militare, struttura commerciale, metro per la divisione del territorio e perno su cui far nascere, crescere e prosperare le città ai suoi margini”.
La Mensa del Vescovo vive oggi grazie al lavoro dei volontari e si mantiene da sempre con una percentuale molto alta di donazioni private. Cittadini e Istituzioni che riconoscono il valore aggiunto di un fondamentale servizio assistenziale per la città. Le scuole sono un’altra risorsa di volontariato che da anni seguono progetti di solidarietà inviando i ragazzi a servire in Mensa, nella convinzione che questo impegno sia fondamentale per rendersi conto che il mondo in torno a loro può essere molto diverso.
Attualmente vengono erogati da 350/420 pasti al giorno in un sistema di self service continuo dove non si chiedono tessere o documenti, seguendo quello che disse Gesù: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare”.
Katty Nucera
Questo luogo di confine a pochi passi da Via Emilia San Pietro –nel cuore storico e pulsante della cittadina reggiana in via Stradone del Vescovado al n. 2 - funge ancora oggi da ristoro, quasi a continuare in chiave moderna, la funzione di accoglienza del pellegrino (qualsiasi sia il suo pellegrinare) mantenendo salda l’origine della nascita di Via Emilia, quindi non solo un tracciato stradale, ma una struttura generativa proprio per la particolarità con cui i Romani l’hanno pensata e costruita: “Insieme di tracciato viario, opera di colonizzazione, struttura difensiva militare, struttura commerciale, metro per la divisione del territorio e perno su cui far nascere, crescere e prosperare le città ai suoi margini”.
La Mensa del Vescovo vive oggi grazie al lavoro dei volontari e si mantiene da sempre con una percentuale molto alta di donazioni private. Cittadini e Istituzioni che riconoscono il valore aggiunto di un fondamentale servizio assistenziale per la città. Le scuole sono un’altra risorsa di volontariato che da anni seguono progetti di solidarietà inviando i ragazzi a servire in Mensa, nella convinzione che questo impegno sia fondamentale per rendersi conto che il mondo in torno a loro può essere molto diverso.
Attualmente vengono erogati da 350/420 pasti al giorno in un sistema di self service continuo dove non si chiedono tessere o documenti, seguendo quello che disse Gesù: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare”.
Katty Nucera

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