UMBRIA WORLD FEST29/12/2017 Si è svolta a Foligno, dal 13 al 15 ottobre scorso, la sedicesima edizione dell’Umbria World Fest. Festival di fotografia misto a spettacoli musicali. Foligno è un comune italiano in provincia di Perugia, al centro della Valle Umbra. Terza città commerciale ed industriale della regione. Il fiume Topino attraversa la città, che è tutta pianeggiante nonostante un territorio comunale prevalentemente montanaro. Una città con una storia di numerosi terremoti di entità catastrofica. La ‘Post Verità’ è stato il tema conduttore dell’Umbria World Fest. Una proposta differente del solito festival fotografico in un luogo tutto da scoprire. Infatti, Palazzo Trinci, una interessante e inaspettata dimora tardogotica, ubicato sulla piazza della Repubblica a Foligno, contiene un ciclo di affreschi realizzati da Gentile Fabriano nei primi anni del Quattrocento. Percorrendo la scala gotica originale dell’intrepida architettura disomogenea ma molto affascinante, si arriva ai monumentali ambienti affrescati del secondo piano. Arrivati qui, si rimane un attimo sconcertati. È tale la sorpresa degli inaspettati e spettacolari muri dipinti, che per un momento non riesci a scegliere se guardare la mostra fotografia o gli affreschi. Passato il primo stupore guardi sia uno che l’altro. Ed è – ancora una volta – Marco Pinna, curatore e Photo Editor di National Geographic Italia, il direttore artistico del festival. La sua selezione d’autori mi è sembrata nel complesso molto interessante. Da Max Pinkers con la collaborazione di Quinten De Bruyn ed il progetto sui transessuali in Thailandia del titolo “Lotus”, bilanciano abilmente realtà e finzione, permettendoci di allargare la nostra percezione della realtà. Nella Sala dei Giganti, in mezzo a figure monumentali di grandi personaggi della storia romana c’è Cristina de Middel –fotografa e artista spagnola – con il suo lavoro “Jan Mayen” ci insegna come si può documentare fotograficamente una spedizione esplorativa alla scoperta di una isola artica, senza averla mai vista. Magnifico ed ingannevole il progetto “Industrials Scars” di J. Henry Fair, fotografo americano che ha chiamato l’attenzione sui problemi ambientali e politici in tutto il mondo.. Un progetto al quale ci si avvicina affascinati da immagini astratte e piene di colore dando l’idea di un progetto assolutamente artistico. Solo leggendo le didascalie comprendi il valore documentario di devastanti eventi d’inquinamento che capovolgono completamente l’opinione iniziale. ‘They are slaughtering us like animals’ (Ci stanno massacrando come animali) è il progetto fotografico documentario del fotogiornalista australiano Daniel Berehulak, vincitore di tre premi World Press Photo. Si riferisce al massacro avvenuto durante la campagna antidroga messa in atto dal presidente Duterte nelle Filippine. Per molte immagini è necessario guardare due volte – o per lo meno dettagliatamente– data la crudeltà ed il realismo di alcuni scatti ma che comunque sembrano tratti dalla scena di un film. Si rimane davvero sgomenti davanti ad una realtà che supera ampiamente la fantasia. Un altro autore che mi ha incuriosito è Diego Moreno, giovane artista messicano, che ci porta diritti nel mondo degli spiriti. In ‘Guardians of Memory’, Diego indaga la familiarità e quotidianità del giorno per giorno con l’immaginario ancestrale di Chiapas (Messico) così come i vincoli tra mostruosità, malattia e morte portano lo spettatore in primitive tradizioni tramandate da antiche culture che magari tuttora oggi fanno parte di una radice collettiva che associa la memoria contemporanea messicana a strani riti e leggende. Non meno interessante, la mostra del settimanale L’Espresso: ‘La verità tagliata’. Una serie di immagini d’archivio modificate con il Photoshop d’allora: forbice, colla e scotch. Un altro luogo interessante e sorprendente di Foligno è Palazzo Candiotti. Un importante complesso architettonico privato di Foligno, eretto tra il 1780 ed il 1797 dai Brunetti eseguito su progetto dell’architetto folignate Filippo Neri. Il palazzo divenne poi dei Candiotti, e successivamente dei Regazzoni per diventare proprietà del comune dal 1918. Al piano nobile – che si presenta interamente decorato in tutti i nove gli ambienti – si sono svolte le letture di portfolio, con una equipe di photo editor, responsabili di agenzie fotografiche, docenti, galleristi, fotografi di fama internazionale e curatori. Inoltre, nella sala di Erminia, il salone centrale, dove si raggiunge il massimo sviluppo decorativo del palazzo, si sono eseguiti diversi incontri con autori e relatori di diverse professionalità, tra cui Michele Smargiassi, editorialista de La Repubblica e autore del blog Fotocrazia. Ho trovato – anche – molto interessante l’ampio spazio dedicato all’editoria indipendente. La prima edizione del Photo Book Lounge, uno spazio interamente dedicato al libro fotografico. Per dare una idea, alcuni degli ospiti sono stati: Doll’s Eye Reflex Laboratory, Gente di Fotografia , Funzilla Fest, Postcart, Leporello, Seipersei, Skinnerboox, Witty Kiwi, Quinlan, Rorhof. Infine, nonostante il titolo della sedicesima edizione di Umbria World Fest : “Post-Verità, la fotografia nell’era dell’incertezza”, mi è sembrato un Festival collaudato, con molte certezze.
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CORTONA ON THE MOVE29/8/2017 Due aspetti trovo molto interessanti da quando do sfogo alla mia passione per la fotografia: la conoscenza di nuovi luoghi e di nuove persone. E così girovagando, con la scusa di coltivare “un interesse” e non dedicarsi solo al lavoro, di combattere un ipotetico futuro alzaimer ed altre pippe varie, ho conosciuto diversi luoghi che altrimenti non avrei visitato. Tra questi, Cortona. Una bucolica cittadina che, dai suoi 600 metri d’altezza, domina la Val di Chiana in Toscana. Possiede un’unica strada pianeggiante: la via Nazionale. Il resto della città è un susseguirsi di salite e discese. Il suo aspetto medievale poi, le conferisce un’atmosfera d’altri tempi che cattura e avvolge come un mantello fatato. Cortona è conosciuta anche per aver dato i natali a Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, che tuttora possiede una casa nella parte più alta della città. Inoltre, la comunità ha conquistato scenari internazionali grazie al successo del best seller “Sotto il sole della Toscana” – e del relativo film - della scrittrice americana Frances Mayes. Infatti, a Cortona mi sono trovata a vedere una serie di coppie straniere - per lo più americane - che arrivano faticosamente nella piccola piazza davanti al Comune con lunghe limousine, pronte a sposarsi nella bella cittadina medioevale. Un altro evento, che ha fatto conoscere ulteriormente questa città nel mondo, è il festival fotografico CORTONA ON THE MOVE, diretto da Arianna Rinaldo, che è alla sua settima edizione. Il festival - inaugurato lo scorso 13 di luglio e aperto con una serie di iniziative durante i fini settimana fino al primo ottobre - ospita ventuno mostre d'autori provenienti da cinque diversi continenti. L’esposizione attrae appassionati del settore, turisti internazionali e non. Un momento avvincente ed emozionante, nei giorni dell’inaugurazione, è stato il talk “Obama: An Intimate Portrait” con Pete Souza - fotografo ufficiale di Obama durante gli otto anni del suo governo – e Alice Gabriner, photo editor del Time’s International. Nel raccontare la sua lunga esperienza con Obama ed in particolare ricordando alcuni momenti drammatici, Pete Souza non ha potuto sottrarsi ad una sua evidente personale emozione, che ha scatenato a sua volta la commozione e gli applausi del pubblico. Le sue foto sono esposte al Maec, il Museo di Arte Etrusca. Le mostre si snodano in nove sedi espositive. Molti di questi luoghi recuperati ed aperti per l’occasione. Una di loro la cinquecentesca Fortezza Medicea del Girifalco in cima al paese. Da qui, oltre che nelle mostre, lo sguardo si perde sulla bella Val di Chiana ed il Lago Trasimeno. In questa sede si susseguono diversi autori. Mi ha colpito Andrea Frazzetta e la sua “Danakil, land of salt and fire” facendomi conoscere, con le sue splendide immagini, un luogo ed una situazione a me sconosciute. Anche Klaus Pichler ha richiamato la mia attenzione con la sua esplorazione e documentazione di particolari bar ed osterie di Vienna.
Scendo dalla Fortezza del Girifalco, con il servizio pubblico che dalla Fortezza ti lascia a Porta Colonia e viceversa, senza perdere l’opportunità di fermarmi nella Basilica di Santa Margherita (XIII sec) dove si trova il corpo imbalsamato della Santa esposto in una teca dietro all’altare maggiore. Una volta in città incomincio la ripida salita verso l’ex Magazzino delle Carni. Sbirciando per una porta stretta capisco che sono arrivata. Qui Adam Ferguson, con “The Afghans” fa da padrone con ritratti in bianco e nero che tentano - e ci riescono - a trasmettere l’idea di un popolo colto che vive in un totale stato d’incertezza. Proseguo verso Palazzo Cinaglia, nella lunga salita. Qui trovo la selezione del concorso gratuito NEW VISIONS realizzata in collaborazione con Lensculture. Spicca però, al mio gusto personale, il progetto fotografico di Sandra Mehl: “Ilona and Maddalena” - anche esso qui esposto - vincitrice di COTM PRIZE e PHMUSEUM 2017. L’autrice è riuscita a raccontare con grande empatia e naturalità il quotidiano di due ragazzine sorelle che vivono nella periferia di Montpellier (Francia) con genitori disoccupati, cinque cani e tre gatti. Le sue fotografie ci mostrano una realtà diversa dello stereotipo europeo a cui siamo abituati. In fine alla salita, il Vecchio Ospedale, ovvero sia L’ospedale di Santa Maria della Misericordia eretto nel 1278, per molti anni dismesso. Nel 2012 l’organizzazione di Cortona on the Move in accordo con il Comune decide di renderlo usufruibile per le mostre in occasione del Festival e con l’aiuto di volontari realizzano questo sogno. Infatti il Vecchio Ospedale è un luogo unico degno di guardare anche lui, oltre le mostre temporanee. Qui, già sul portico ci accoglie Francesco Comello e la sua “Isola della Salvezza”. Poi Donald Weber e la raccolta di immagini e cimeli sullo sbarco in Normandia. Argomento estremamente sfruttato e l’istallazione e fotografie non mi hanno entusiasmato molto. Scendendo le scale ed intrufolandosi in corridoi e stanze con ancora il lavandino, troviamo Daniel Castro Garcia ed il suo progetto “Foreigner” che tratta il tema dei migranti in Europa. Emblematica la sua fotografia di un uomo di colore intrappolato in una rete rossa e relativa installazione. A susseguirsi Luis Cobelo con “Zurumbatico”, bellissimo omaggio personale al libro “Cent’anni di Solitudine” di Gabriel Garcia Marchez. Infine Justyna Mielnikiewicz, ciclopico lavoro di documentazione di questa fotografa polacca. Fa una meticolosa esplorazione della mutazione di usi e costumi nella frontiera orientale dell’Europa, confrontando abitudini che ancora si tramandano con le nuove influenze globali. Un appuntamento con Cortona On The Move che sicuramente rinnoverò. |