L’arte rigenera il mio inconscio, mi porta per mano in misteri indiscussi. Così lo strumento fotografico ed io diventiamo uno solo. A volte sembra che lui capisca più di me stessa i miei desideri. È in questo instante che mi perdo dal mondo reale, tangibile, ed inizio a viaggiare in un mondo fluente, di luce, di ombre, di acqua, di terra. Non mi interessa chi sono e che cosa ho fatto fin qui, entro nel mio ventre materno, bellissimo. Il fluire del tempo mi porta su territorio femminile e maschile, per passare poi perplessi ad una superficie fluttuante, quasi ingannevole, dove piano piano sgocciola il seme della vita per convertirsi in un rivolo che pregna e gonfia e plasma ombre e forgia frutti. E il mio inconscio, in assenza del reale, fa uno stravagante artistico viaggio per Narrare la Vita. |