“Io sono un testimone, la mia testimonianza sono le mie fotografie. Voglio che siano potenti ed eloquenti, oneste e senza censure, voglio che riflettano l’esperienza delle persone che sto fotografando. Quando qualcuno soffre non significa che non abbia dignità, anzi, sopportare la sofferenza può essere una forma elevata di dignità. Avere paura non significa mancare di coraggio, anzi, superare la paura è la definizione stessa di coraggio. La speranza è diversa dalla pia illusione che non richiede sforzo ma è fatta di sacrificio e perseveranza.” (James Nachtwey) Sono stata, di recente, a vedere la mostra fotografica di questo famosissimo fotoreporter americano allestita a Palazzo Reale di Milano. La mostra intitolata “Memoria”, una retrospettiva significativa dedicata al fotografo statunitense, curata da Roberto Koch e dallo stesso James Nachtwey, ripercorre tutte le sfaccettature della crudeltà umana verso il suo prossimo. Una mostra che ti mette subito di fronte ad un profondo disagio. Una fotografia “potente ed eloquente” senza ombra di dubbio. Allestita in modo impeccabile, lascia allo spettatore l’opportunità di una profonda riflessione visiva. Le duecento fotografie qui raccolte, sono divise in diciassette sezioni distribuite per luogo geografico e anno di realizzazione. La maggior parte sono scatti in bianco e nero. James Natchwey nato a Syracuse nel 1948 è considerato dalla critica l’erede di Robert Capa. Ma questo straordinario fotografo non si è limitato a documentare conflitti bellici. Al suo avere ci sono documentate – con una potenza visiva stupefacente – diverse questioni sociali dove i suoi scatti, senza censura, e di una profonda composizione estetica, ci portano per mano ad entrare nei luoghi fotografati e quasi a viverli, a toccare con mano i soggetti e le loro sofferenze, scatenando in noi sentimenti contrastanti. Le sue fotografie ripercorrono catastrofi naturali, inquinamento ambientale, migrazioni forzate, fame, guerre, carestie, attentati, questioni religiose, differenze razziali. James Nahtwey ci trascina nel suo ritmo compositivo di eccezionale bellezza ed è –paradossalmente– la potente estetica di suoi scatti che ci permette di entrare in situazioni estreme, sconosciute alla maggior parte di noi, e farci sentire profondamente dentro il conflitto. Le sue fotografie non ti lasciano indifferente. Una mostra che consiglio assolutamente di vedere. Ci sarà a Palazzo Reale di Milano, ancora per pochi giorni. AutoreKatty Nucera
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Febbraio 2021
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