Mi è rimasto impresso nelle pupille il colore verde. Il lussuregganti verde della vegetazione. Lo sgargiante verde dell’acqua. Il lago di Vagli è il più grande della regione Toscana. Sorge in Garfagnana. Territorio storico-geografico in provincia di Lucca, in un’area delimitata dalle Alpi Apuane e della catena dell’Appennino Tosco emiliano. Una chiusa artificiale finita di costruire nel 1947 per lo sbarramento del torrente Edron, ha fatto immagazzinare ben 80 milioni di metri cubi d’acqua dando vita al Lago. Un lago conosciuto –anche – per il paese fantasma che custodisce nelle sue profondità. Fabbriche di Careggine, ex borgo di fabbri ferrai bresciani, fondato nel XIII secolo, giace sommerso – da più di settant’anni –alimentando un’alone di mistero. Intorno alla sua rigogliosa vegetazione e delle sue acque, sono stati creati varie attrazioni e incantevoli percorsi turistici. L’ultimo – il ponte sospeso – costato tre milioni di euro al Comune, è stato inaugurato a giugno del 2016. Funge di collegamento tra le due sponde e dalla sua posizione si possono ammirare vedute del lago da diverse angolazioni. A metà del suo percorso, lastre di vetro calpestabili aumentano il brivido dell’attraversamento. La quiete, il senso di pace, l'essere abbagliati da una luce divina, sono tutte sensazioni plausibili percorrendo questo luogo, ed è per questo che rimani sconcertato quando di colpo si sente un forte ronzio e un’ombra sfreccia in cielo. Niente paura, è la Zip Line. Un salto nel vuoto agganciati ad un cavo d’acciaio. Il volo dell’Angelo. Un brivido lungo 1500 metri, da 350 metri d’altezza con una velocità di 150 km/h. Passa sopra il lago ed il paese di Vagli di Sotto. Un'avventura da non perdere per i più intrepidi. Percorrendo però, in tranquillo trekking, la zona intorno al lago, si raggiunge Vagli di Sotto, un comune italiano di 992 anime, classificato con una sismicità medio alta. Vagli di Sotto è un borgo italiano che sembra sotto incantesimo. Qui nulla è cambiato da molto tempo. Passeggiando per le sue viuzze sembra quasi disabitato. San Regolo – nel piccolissimo centro storico – una chiesa cattolica in stile romanico, domina la valle. Anche questo luogo ho avuto la possibilità di conoscerlo grazie al Festival di Fotografia Garfagnana, in occasione del 16° portfolio dell’Ariosto indetto dalla Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (FIAF) ed è stato organizzato dal Circolo Fotocine Garfagnana, al quale ho partecipato nell’agosto del 2017. Qui il link del progetto presentato: Vasili.
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Oggi vi parlo di Lucca. Ho visitato questa singolare cittadina sempre grazie alla fotografia in occasione del Photolux Festival. Come nella maggior parte dei casi, i festival fotografici si svolgono in luoghi particolari, se non addirittura incantevoli. Lucca mi ha particolarmente incantata. Una cittadina toscana capitale della provincia omonima con quasi 90.000 abitanti ma che conserva rigorosamente – nel suo centro storico – un’aria d’altri tempi. Le sue strette vie medievali con un'architettura mista a case popolari e palazzi cinquecenteschi, danno l’idea che -al girare l’angolo- puoi imbattere con una tessitrice, un mercante o una duchessa vestita di seta. La particolare struttura urbanistica –poi – rafforza questa idea. Cercando la piazza dell’Anfiteatro mi sono imbattuta in una delle quattro porte che apre alla sua estensione ellittica, edificata sopra i resti di un antico anfiteatro romano del II secolo d. C. Una piazza completamente chiusa – se non per i suoi quattro ingressi a volta– tutta attorno piena di edifici che furono utilizzati come carceri, polveriera, depositi di sale e che oggi si sono convertiti in abitazioni civili, negozi e bar dove fare shopping e aperitivi. Un luogo particolare che non ti opprime, ti accoglie. Ho imparato anche che Lucca è chiamata la città delle 100 chiese. La prima che vidi –dall’appartamento dove alloggiavo– fu la chiesa di San Michele al Foro che si erge nella piazza omonima, delimitata da piccoli pilastri uniti con pesanti catene. Il suo splendore romano-pisano-gotico non passa inosservato. La storia racconta che il campanile fu mozzato da Giovanni dell’Angelo doge di Pisa, perché il suono delle sue campane si udiva fino a Pisa e questo non doveva avvenire dato che poteva essere interpretato come un segno di superiorità sulla città Alfea. Un’altra chiesa che destò il mio interesse fu la Basilica di San Frediano. Di particolare stile romanico lucchese. Sorprende il suo mosaico esterno, posizionato nella facciata: l’Ascensione di Cristo tra angeli alla presenza degli Apostoli del XIII-XIV secolo. Al suo interno, invece, conserva uno stile medievale e una curiosità: due colonne della navata centrale –a destra e a sinistra– affrescate con figure di santi. Sentivo –anche– che qualcuno guardava i miei spostamenti: La Torre Guinigi. Non puoi sfuggire al suo sguardo e al suo richiamo. Prima o poi ti arrendi a lei e sali le 25 rampe di scale per ben 230 gradini. Domina la città di Lucca dall’alto dei suoi 44,25 metri. Costruita in pietra e mattoni, è l’edificio più famoso e rappresentativo di Lucca. Il percorso per salire offre diverse finestre da dove iniziare a scrutare la città e i dintorni. Arrivati alla cima della torre ho visto il giardinetto pensile dove sono messe a dimora sette piante di leccio. Un giardino molto antico del quale non si sa esattamente quando fu realizzato, ma si conosce la sua esistenza già dal XV secolo. Ho fatto questo percorso nel tardo pomeriggio, verso l’imbrunire. Lo spettacolo che mi offrì il cielo e la vista di questa meravigliosa cittadina dall’alto, mi ha sedotto, lasciandomi un dolce ricordo. |
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Febbraio 2021
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