UN GIORNO IN COMPAGNIA DI ZA12/7/2017
Una frase mi ha colpito molto: «Mi ero accorto di non conoscere l’Italia se non attraverso dei libri o dei preconcetti, e mi pareva che un paziente inoltrarmi nei luoghi, nelle persone, negli interessi di tutta questa gente che aveva tante cose in comune con me, fosse il solo modo per cercare, goccia nel mare, di entrare nella storia». (Cesare Zavattini, lettera del 26 marzo 1958, da Una, cento, mille lettere) Ed è questo che ho sentito: l’addentrarsi nei luoghi, nelle persone, nei racconti. Una iniziativa piacevole che oltre ad averci fatto percorrere i luoghi cittadini, ci ha portato anche in riva al Po; precisamente nella curva 18, laddove se pensi che guardando il corso del fiume stai guardando a est, perderai la bussola perché in questo punto la provincia di Mantova non è più a nord? Mi sono persa anch’io. Qui ci aspettava l’aperitivo, offerto da altri volontari, proprietari della baracca realizzata con una vecchia cella frigorifera. Un momento incantevole, al tramonto, con il fiume che scorreva accanto e che piano piano diventava argento nell’imbrunire. Le parole galleggiavano nell’aria e lentamente si scioglievano nell’udito per poi arrivare al cuore. Più tardi – per chi aveva prenotato – ci aspettava la cena Zavattiniana. E quale miglior luogo che il ristorante preferito di Za? Il Nizzoli di Villastrada di Dosolo mi ha piacevolmente sorpresa, pieno zeppo di quadri, fotografie, cimeli, che ricordano chi è passato e si è fermato qui. Un menù particolare, quello di Za, ma squisito dalla prima pietanza all’ultima. Tutto frutto di una sua ricerca personale che il ristorante esegue per omaggiarlo anche dall’insegnamento culinario ricevuto, tra cui un risotto alla zucca – semplice – ma se fai un foro al centro e gli aggiungi un goccio di brandy, ecco che diventa zavattiniano! Una giornata che non dimenticherò, fa parte dei quei momenti che – per qualche ragione che non conosco – mi resterà indelebile nella memoria.
Grazie al Centro Culturale Zavattini di Luzzara per l’organizzazione dell’evento, in special modo a Simone Terzi ed Elena Lupi ed a tutti i volontari che ci hanno donato questa piacevole esperienza.
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FONDAZIONE PRADA17/4/2017 Nello scorso mese di gennaio ho visitato la Fondazione Prada, a Milano. Per chi è interessato all'arte, alla fotografia o semplicemente è curioso non li può mancare una sosta in via Largo Isarco, 2. La Fondazione è nata nell’area dove c’era una antica distilleria (la Sis dove si produceva il brandy Cavallino Rosso). Il progetto è stato curato dallo studio Oma del olandese Rem Koolhas, uno dei rinomati star dell’architettura contemporanea. Un’area di quasi diciannovemila metri. Sette edifici recuperati tra laboratorio, silos, magazzino e tre nuovi: uno spazio per mostre temporanee, un cinema e una torre ancora in costruzione. Strutture diverse, vecchio e nuovo, verticale e orizzontale, aperto e chiuso – come afferma lo stesso Koolhas – convivono benissimo insieme. Un luogo particolare, con la palazzina chiamata Haunted House, casa degli spiriti, completamente rivestita con 200.000 fogli d’oro zecchino e il Bar Luce, progettato dal regista americano Wes Anderson inspirato ai vecchi bar milanesi degli anni Cinquanta, completano il quadro di questo spazio dedicato all’arte. Al suo interno si susseguono mostre temporanee e permanenti che fanno di questo luogo un punto di riferimento da non perdere quando si va a Milano. Qui sotto una carrellata di fotografie che ho fatto in occasione della mia visita. Spero vi piacciano! |